Di Giuseppe Voci I0TVL-
La proposta francese al WRC19 di allocare a statuto primario la banda 144-146 MHz al servizio radiomobile aereonautico sta facendo il giro della rete, suscitando sdegno ed irritazione fra i radioamatori di tutto il mondo, indipendentemente dalla loro Associazione di appartenenza.
Se fosse condivisa da altri Stati e appoggiata anche dai rappresentanti della IARU, la prossima Conferenza Mondiale sulle Radiocomunicazioni che si svolgerà a Sharm el-Sheikh in Egitto dal 28 ottobre al 22 novembre di quest’anno, potrebbe decretare la fine del radiantismo così come lo abbiamo conosciuto e creare nel contempo un pericoloso precedente utilizzabile dagli Stati per richiedere frequenze da assegnare ai servizi nazionali in continua espansione, a scapito di quelle assegnate ai radioamatori.
L’iniziativa d’oltralpe, si prefigge da un lato di “eliminare definitivamente” la piaga della presunta presenza di stazioni “pirata” nel segmento fra i 140 ed i 144 MHz ed in quello fra i 146 ed i 149 MHz, assegnando queste frequenze al Servizio radio mobile aeronautico a Statuto Primario, e dall’altro di “cancellare con un tratto di penna”, l’attività, spesso meritoria, dei radioamatori che le utilizzano legalmente per condurre la loro sperimentazione.
Prima di “farci sentire” come sempre, solo mentre i buoi stanno scappando dalla stalla, “per coinvolgere giustamente Istituzioni e rappresentanti a favore della nostra causa”, mi piacerebbe condividere con voi alcune riflessioni dettate solo dalla mia personale precedente esperienza su questo argomento. Il “buonismo a tutti i costi” che ha caratterizzato il “nostro generale immobilismo” di questi anni sui temi che ci riguardano, non ha prodotto alcun risultato positivo. Al contrario, chi avrebbe dovuto portare avanti le proposte più utili alla nostra comunità non lo ha fatto ed i risultati sono dinanzi ai nostri occhi, inoltre il Regolamento della IARU che prevede nel suo seno la presenza di una sola Associazione per Nazione ed un solo rappresentante col compito teorico di coordinare con le altre realtà nazionali le proposte da portare al WRC, ci ha dato il “colpo di grazia”, perché questo coordinamento non c’è mai stato, almeno “da noi”. A mio avviso, tale norma ormai obsoleta, andrebbe rivista per consentire alle realtà nazionali interessate di partecipare attivamente con pari dignità, alla nascita di proposte da portare ai consessi nazionali ed internazionali. Anche il Ministero ha avuto ed ha, una parte di responsabilità in questa vicenda; dagli anni ruggenti del tavolo tecnico ad oggi, non ha più indetto riunioni con le Associazioni per aggiornare il nostro settore sulla base delle nuove esigenze.
Per curiosità leggetevi, anche se sono stati redatti in inglese, i documenti WRC delle scorse sessioni e scoprirete con “stupore” chi ci ha “rappresentato”, cosa ha “proposto” e soprattutto cosa ha “ottenuto per noi”: niente! Oggi siamo “rappresentati” dagli stessi parrucconi di allora che non hanno saputo e continuano ad ignorare come si espleti l’attività di lobby con gli altri Stati per presentare e possibilmente far passare le migliori proposte per la nostra comunità.
Ciò detto, anch’io ritengo che d’ora in avanti dovremmo essere uniti per scongiurare in ogni modo la possibilità che ci “scippino” le nostre frequenze, iniziando fin da subito a pubblicizzare tra i nostri amici radioamatori questa vergognosa proposta e risvegliare, dal sonno eterno, i nostri silenti rappresentanti al WRC. Il sito dei nostri amici del CISAR infine, si chiede, pur conoscendo già la risposta, ammesso che ce ne sarà una, se il rappresentante italiano si sia posto o meno questo problema; a tale interrogativo, legittimo naturalmente, rispondo semplicemente che le carte ed il pregresso, parlano più delle parole, basta solo volerle leggere; quanto al futuro della nostra iniziativa, dico che se veramente vorremo, potremo farcela, anche se banalmente vi dico che “lo scopriremo solo vivendo”.